I rincari dell'acciaio si riflettono sul costo dei contenitori in banda stagnata per i pelati e la polpa: 60% in più rispetto allo scorso settembre. E le consegne avvengono con due o tre settimane di ritardo. Proprio mentre i conservieri hanno necessità di aumentare la produzione perché lo scorso anno, con il lockdown, gli italiani hanno consumato più del solito e i magazzini sono vuoti.
La crisi dell’acciaio mette a rischio la campagna del pomodoro italiano. O meglio, la sua trasformazione, di cui il nostro paese è leader mondiale. Ma per riempire i barattoli di conserva, servono i barattoli. Fatti per due terzi in banda stagnata, materiale utilizzato in grandi quantità dagli scatolifici italiani e che ora risente dell’aumento del prezzo della materia prima. Quest’ acciaio che negli ultimi mesi arriva col contagocce dai produttori asiatici,mancanzaquindi che le ferriere europee non sono in grado di coprire, portando cosi a un calo della produzione globale.
Risultato: prezzi alle stelle e approvvigionamenti a rischio.
Chiedere oggi una tonnellata di acciaio a un produttore europeo significa riceverla l’anno prossimo. E anche i contratti già sottoscritti risentono di questa situazione:“Le consegne avvengono con due o tre settimane di ritardo per questo alcuni produttori hanno anche cancellato quote di acciaio prestabilite, in quanto oggi l’acciaio costa fino a 500 euro in più a tonnellata. Questo porterà una ricaduta importante sul prezzo finale dei prodotti.
Gli effetti di queste dinamiche globali rischiano infatti di vedersi presto sugli scaffali dei supermercati italiani. Per il momento abbiamo una certezza: l’aumento dei costi. La crisi dell’acciaio arriva in un momento decisivo per quella che sarà poi la produzione annuale di conserva. Il pomodoro viene lavorato principalmente in agosto e settembre, ma è in queste settimane che si producono le scatole e i barattoli necessari, due su tre fatti in banda stagnata.